Sao Luis è una città dello stato del Maranhao a nord del Brasile dall’affascinante architettura grazie ai differenti influssi culturali ricevuti. Originariamente la zona ospitava un villaggio abitato dalla tribù Tupinamba mentre i primi europei ad arrivare sono stati nel 1612 i francesi, guidati da Daniel de La Touche con lo scopo di insediare nella regione una colonia francese e costruiscono un nuovo forte chiamandolo Saint-Louis (“São Luís”), in omaggio a Luigi XIII, all’epoca reggente di Francia. Nel novembre del 1614 è la volta dei portoghesi che sconfiggono i francesi nella battaglia di Guaxenduba, nella Baía di São José e nel 1615 Jerônimo de Albuquerque diventa governatore della città. I coloni, sfruttando la mano d’opera indigena, iniziano la produzione della canna da zucchero e dei suoi distillati, che in breve diventa la principale attività economica della regione. Nel 1641 gli olandesi, che avevano già invaso gran parte del nord-est del Brasile e conquistato importanti città come Salvador, Recife e Olinda, inviano nella baia di Sao Luis 18 navi e più di mille soldati, sotto il comando dell’ammiraglio Jan Cornelizoon Lichtardt e del colonnello Koin Handerson. A seguito dei saccheggi e dell’occupazione si formò un movimento di resistenza tra i coloni portoghesi che dopo tre anni di scontri e la distruzione della città riprendono il controllo della regione e nel 1645, São Luís torna saldamente in mano alla corona portoghese.
Negli ultimi tempi la città ha avuto un forte sviluppo turistico e il suo centro storico coloniale è uno dei più belli del Brasile con gli oltre 3.500 edifici storici del XVIII e XIX secolo, rivestiti dalle caratteristiche piastrelle in maiolica (azulejos) che sono valsi a São Luís il riconoscimento di Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’UNESCO.