Balamku, immerso nel mezzo delle aree della giungla di Campeche, è un sito molto piccolo che copre appena un chilometro quadro, famoso per ospitare il “fregio dell’universo”.
Il nome del sito deriva dalle parole Maya Balam (giaguaro) e Kú (tempio), che significa “Tempio del giaguaro”. Tale nome allude a uno dei giaguari rappresentati nel fregio modellato e policromo a stucco che incorona la sottostruttura del gruppo centrale I-A, la quale caratterizza questa città pre-ispanica.
Le rovine di Balamku furono scoperte nel 1990 dall’archeologo messicano Florentino García Cruz in compagnia dei custodi dell’INAH. Dopo i primi lavori, il sito fu scavato formalmente tra il 1994-1995 da una squadra guidata dall’archeologo messicano Ramón Carrasco e comprendente due archeologi francesi, Claude Baudez e Jean Pierre Courau.
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