Il viaggio in Bolivia non è un viaggio facile, perchè faticoso, ma sempre sorprendente, vista la bellezza e la genuinità delle cose che si vedono, anche per me che sono già stato altre volte in Sud America.

Comincio subito dalla capitale La Paz, che con i suoi 4.000 metri ti catapulta subito in un mondo senza ossigeno, dove diventa difficile fare qualsiasi cosa. Non a caso per il primo giorno l’attività è ridotta al minimo, come una passeggiatina in centro fra stradine e chiese e mercati pieni di cose coloratissime. Non è bellissima La Paz, ma dà l’idea di quello che troveremo nel proseguo di questo viaggio: gente straordinaria, povera ma fiera, che combatte quotidianamente la sua battaglia.

Qui il turismo di massa non è mai arrivato e mai arriverà. Ci si sente veramente ospiti particolari, benvenuti ma senza invadere la privacy dei boliviani.
Lo spostamento verso Sucre ci fa subito capire che non sarà una passeggiata. Aereo fermo non si sa perché e allora di nuovo in città per cercare un pullman, il mezzo più utilizzato dai boliviani. Nonostante sia di lusso, passare la notte lì dentro è stata dura.

Arriviamo ed è subito spettacolo, con la città bianca ai nostri piedi. Un centro storico meraviglioso, con palazzi e monumenti ben conservati,  pieno di gente operosa. Il mercato domenicale di Tarabuco a un’ora di strada poi è strepitoso, con un mercato nel mercato che lascia a bocca aperta per la sua genuinità. La sistemazione poi è in dimora coloniale ristrutturata, con vista sui tetti. Si mangia anche piuttosto bene, in Bolivia: cibi semplici e nutrienti, come la zuppa di quinta, cereale super, e le carni molto saporite.

Proseguiamo alzandosi di nuovo verso i 4.000 metri abbondanti di Potosì, la città mineraria che ha dato tonnellate d’argento agli spagnoli nei secoli scorsi, causando la morte di migliaia di indios che ci lavoravano dentro. La visita del Cerro Rico è veramente toccante e istruttiva, per capire quanto il colonialismo ha causato morte e distruzione da queste parti . Potosì è anche piena di attività, di gioventù per le strade e ha nella Casa de la Moneda, la Zecca boliviana, un museo unico in tutto il sud America.

Da qui parte l’avventura verso l’altopiano e il Salar de Uyuni, una distesa immensa di sale cristallizzato che soprattutto nei mesi dell’inverno australe (quindi quando da noi è estate) consente di venire attraversato con mezzi appropriati. Chilometri e chilometri di bianco abbacinante, con isole di roccia vulcanica cactus giganti! Da solo vale il viaggio. E’ migliorata molto anche l’accoglienza, con alberghini costruiti finalmente con riscaldamento e isolamento termico, cosa che fino a pochi anni fa non c’era da queste parti, e pensate che la temperatura a volte scende di notte fino a 10 sotto zero!

Si prosegue poi verso le lagune boliviane in direzione sud, con i gioielli della Laguna Colorada, autentica meraviglia a 4.300 mt di altitudine, le cui acque per effetto del vento assumono una colorazione rossastra , il colore delle centinaia di fenicotteri che vi abitano! La Laguna Verde, proprio al confine con il Cile, completa questa esperienza unica. Rientrando a Ojos del Perdiz, avamposto dell’altipiano, si possono ammirare anche le sorgenti geotermiche di Sol e Manana oltre al Deserto de Siloli. Il rientro a La Paz avviene lungo la dorsale delle ande passando per altre lagune ricche di borace, e poi per Uyuni e Oruro, avamposti minerari nella desolazione dell’altipiano.

L’ultima tappa del viaggio non può che essere il Lago Titikaka, il lago navigabile più alto al mondo, con le sue isole del Sol e della Luna che portano ricordi di insediamenti vecchi di millenni degli indios Aymara e il sito inka di Tiwanaku, a poca distanza dall’aeroporto. Quindici giorni pieni in Bolivia, in quello che a detta di molti è il Paese più bello di tutto il continente sudamericano.